Rosy Bindi e i pidocchi di Engels



La vicenda squallida che vede protagonista Rosy Bindi, a proposito della lista degli impresentabili, è la Waterloo farsesca della partitocrazia, del cattocomunismo e di quanto di peggiore abbia prodotto la prima Repubblica, incluso il sommovimento di Mani pulite, che ebbe valenza gattopardesca, rimuovendo in parte l’ascesso senza eliminare l’ infezione. Quanta ragione aveva Marx nel 1852 nell’affermare ne "Il 18 Brumaio di Luigi Bonaparte" che le vicende storiche si presentano due volte, una prima volta come tragedia ed una seconda come farsa! Con ciò riprendendo la seguente  espressione contenuta in una lettera che alla fine del 1851 gli aveva inviato Engels: “Sembra veramente che il vecchio Hegel conduca dalla sua tomba la storia, come spirito del mondo, e con grande coscienziosità faccia che tutto si presenti due volte, una volta come tragedia, la seconda volta come farsa pidocchiosa”.

            Sessanta anni fa si ebbe nella DC la tragica vicenda di Wilma Montesi, utilizzata dalla corrente fanfaniana di "Iniziativa democratica" , vittoriosa nel congresso del 1954, per colpire a morte Attilio Piccioni e la vecchia guardia del partito.

            Nella farsa odierna, in cui si vuol infliggere un colpo mortale a Matteo Renzi e al suo governo dalla vecchia guardia del Pd, protagonista  la sullodata Rosy, è presente tutto il senso del testo engelsiano, pidocchi compresi.