POLETTI E AMPI DINTORNI



 

            Lo scritto che segue fu inviato il 22 dicembre u.s.  a rubrica.lettere@repubblica.it  e  non pubblicato.  Lo pubblico ora nel mio sito, integrandolo con le seguenti brevi riflessioni.

            L'esito catastrofico del referendum del 4 dicembre scorso , dovuto all'Union sacrée tra gli epigoni del PCI e i suoi accoliti (magistratura, dominata dalla sua  corrente di sinistra, CGIL, ambienti culturali e universitari egemonizzati dalla sinistra di estrazione comunista, politici, amministratori periferici, con annessi sottoboschi, espressione delle fitte e capillari connection di potere territoriale da quest' ultima strutturate) e la destra conservatrice, populista e non, contro il riformismo renziano, ha aggravato in modo esponenziale la  situazione di ingovernabilità ed instabilità politica  in cui l'Italia versa da cinque anni ormai, pericolosamente stante lo spinoso contesto internazionale, dominato dalla crisi economica, dal fenomeno migratorio che ha investito l'Europa e dal terrorismo.

            É urgente sciogliere le Camere e indire nuove elezioni, affinché il popolo italiano si assuma le proprie responsabilità collettive, scegliendo tra il pericoloso trascinarsi della instabilità e gracilità del Paese nel suddetto contesto internazionale e la ripresa vigorosa del riformismo renziano, unico  in campo e  privo di alternative.

            Renzi dovrà abbandonare al suo destino la sinistra, per affrontare la situazione di crisi politica ed economica, con la decisione e la lucidità con cui l'affrontò Alcide De Gasperi nel 1947, recidendo i rapporti con la sinistra socialcomunista e formando il suo IV governo, di cui assunse la Vice presidenza e il dicastero del Bilancio Luigi Einaudi. Fu il governo della "linea Einaudi" antinflazionistica , che pose le basi per un solido legame con gli USA  (nel gennaio del 1947 ebbe luogo la celebre missione di De Gasperi negli Stati Uniti, nel corso della quale egli conseguì un importante successo politico, ottenendo dalle autorità americane un prestito Eximbank di 100 milioni di dollari) e per il boom economico degli anni Cinquanta e Sessanta. In quello stesso 1947 si diede l'avvio al Piano Marshall, a cui la sinistra socialcomunista e l'URSS si opposero visceralmente e che si rivelò provvidenziale per la ripresa dell'Italia e dell'Europa occidentale. Noi sardi dobbiamo essere perennemente grati agli USA per l'eradicazione nel secondo dopoguerra della secolare piaga della malaria. La statunitense filantropica Fondazione Rockefeller, nel 1946, assieme all'Alto Commissariato Italiano per l'Igiene e la Sanità (equivalente all'attuale Ministero della Salute), all'United Nations Relief and Rehabilitation Administration (UNRRA), e alla Economic Cooperation Administration (ECA), finanziaria del Piano Marshall, partecipò all'efficace opera di eradicazione della malaria in Sardegna, mediante il finanziamento dell'Ente Regionale per la Lotta Anti-Anofelica in Sardegna (ERLAAS).

 

 POLETTI  E  AMPI  DINTORNI

 Voce dal sen fuggita, l’espressione di Giuliano Poletti  sulla fuga dei giovani, alcuni dei quali sarebbe “meglio non averli tra i piedi”,  tradisce  i nocivi  background e rotta politica della sinistra dominata dal comunismo in tutte le sue declinazioni, caratterizzati dalla mancanza di rispetto  per la persona, per  l’individuo e per la società aperta. Poletti,  già iscritto al Partito Comunista Italiano, è stato assessore comunale all'Agricoltura e alle Attività Produttive di Imola dal 1976 al 1979. Dal 1982 al 1989 è stato segretario imolese del PCI. Successivamente è entrato nel Consiglio della Provincia di Bologna per il PDS.

             Il report dell’Istat sulle ‘Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente‘ relativo al 2015 rileva che  Germania, Regno Unito, Svizzera e Francia si confermano le principali mete di destinazione dei cervelli in fuga. Il Regno Unito è la meta preferita dei laureati (oltre 3 mila), davanti alla Germania (2mila 400). Si tratta di Paesi più maturi del nostro, che è  in declino,  sotto il profilo socioeconomico e politico.

            La responsabilità storica dei ritardi, del declino e dell’immaturità del nostro Paese grava sulla sinistra dominata dai comunisti.

            Matteo Renzi dovrebbe rottamare quella sinistra, senza le incertezze, le esitazioni e le timidezze in lui finora indotte, per imbrigliarlo, dalla  sinistra, con l’ipocrita e strumentale accusa di avere tendenze autoritarie e di voler attentare alla Costituzione “più bella del mondo”. La quale però nacque dal paralizzante compromesso tra la sinistra intrisa di stalinismo e di estremismo e i cattolici da quella blanditi (i cattocomunisti) e minacciati (le agitazioni di piazza e quelle sindacali).

Compromesso che costituì la camicia di Nesso della prima Repubblica.