VASEMECUM PER UN BUONGOVERNO



 

Il demagogo il popolo titilla,

cerca di intercettarne i desideri,

non badando alla loro qualità,

in cambio del consenso e del potere.

Chi governa sul serio, non titilla;

l'ansia da prestazione non lo artiglia;

non si cura di media e demagoghi,

ma guarda e passa,  attento a governare;

elabora le sintesi e decide,

egemone, convince e non compiace,

dice la verità anche se amara:

poche parole ed atti assai proficui;

ascolta attento e poi pondera bene.

Dei media in modo sobrio egli si serve.

Ammaestrare dai media non si lascia

né da masse volubili e ignoranti,

che più che pane vogliono circenses,

attratte dagli astuti giocolieri.

Con chi abbia il Paese a cuore egli si allea,

non con chi le farfalle va cacciando

sotto l'arco di Tito da una vita

oppure ha solo grilli per la testa.

Dai demagoghi mette in guardia il popolo,

e con quelli di competere non cerca.

Se essere titillato piace al popolo,

buon pro gli faccia e tanti bei saluti.

Se si ravvede il popolo, ritorna.

Piacere piace a tutti i demagoghi,

e piace specie a tutti i dittatori,

che sono innanzitutto demagoghi

ed a vita prolungano il piacere,

ma i più vanno a finire a testa in giù

("sic transit gloria mundi", lo sappiamo).