Natale



I CAVALIERI

Miguel de Cervantes, parodiando nel Cinquecento Il genere letterario rinascimentale epico cavalleresco, col suo Don Chisciotte, il cavaliere dalla trista figura che visse da pazzo e mori da saggio, investì con dissacrante ironia quella che era stata una storica istituzione: la Cavalleria. Gli Ordini cavallereschi più importanti furono quello del Templarì, l’Ordine Teutonico fondato da Federico Barbarossa e l’Ordine del Santo Sepolcro, che si vuole fosse stato fondato dai Crociati.
Divenivano cavalieri, nel Medio Evo, i cadetti delle nobili famiglie a cui, essendo ereditariamente riservato il patrimonio al maggiore dei figli (maggiorascato), non rimaneva che dedicarsi alle armi e alle avventure, I cavalièri erranti, dei quali l’hidalgo Don Quijote de la Mancha è passato alla Storia come parodica trasfigurazione.
Fu la Chiesa, a partire dall’anno Mille, a trasformare la figura del cavaliere errante in un protettore dei deboli e degli oppressi, difensore della fede cristiana, paladino della pace e della giustizia. Senza macchia e senza paura.

Natale

Asciugare le lacrime a chi soffre.
Alleviare il dolore agli ammalati.
Dare speranza a chi perduta l’abbia,
Questo il Natale sia per chi non creda.
Speranza! Per credenti e non credenti.
Abbia fine il terrore, cessi l’odio.
Non ci inducano in guerra le canaglie.
La libertà ci liberi dal male.

Mi inginocchio davanti ai bambinello
e ad ogni inerme, mite ed onest’uomo,
a chi, con innocenza, chieda pace.
Ogni potente segua, in questa Terra,
I potenti Re Magi alla capanna.
In difesa di pace, scettro e spada.
Senza paura, sian senza macchia i Grandi.
Liberi sian di pace i cavalieri.


Pietro Muggianu