Matteo Renzi & Uccellacci e uccellini



Parla agli uccelli il Renzi “francescano”,
ma corvi e gufi son del malaugurio:
di Gubbio al lupo cede la parola.
"Francescano" sorriso e muso duro,
carota/bastone – labbra schiuse/zanne!
Cittadini – politici: è  spread:
gordiano nodo scioglier vuole  Renzi.

24  marzo 2014  

 

 

            Nella vigilia del capodanno fiorentino, lascio la guida di Firenze chiamato ad altro incarico dal Presidente della Repubblica e dal Parlamento. Ci metterò il coraggio che - nel bene e nel male - ormai conoscete. So di poter contare sulla vostra amicizia". Lo scrive il premier, Matteo Renzi, in una lettera di saluto ai fiorentini su Fb. "Sarà bellissimo smentire gli uccellacci del malaugurio con l'energia e la serietà del nostro impegno".      (24 marzo 2014)

 Uccellacci e uccellini è il titolo del famoso film di Pierpaolo Pasolini interpretato nel 1966 da Totò e Ninetto Davoli.

La trama

(…) Totò e Ninetto si recano a sfrattare della povera gente da una cascina della periferia romana. Strada facendo, si affianca loro un corvo, intellettuale veteromarxista, che racconta di come frate Ciccillo e frate Ninetto cercarono invano di convincere passerotti e falchi a fare amicizia. Dopo aver, tra l'altro, incrociato i funerali di Togliatti e fatto l'amore con una prostituta, i due hanno fame. Il corvo parla e parla: finisce divorato (da Totò e Ninetto ndr). (…). Totò fu premiato a Cannes. 

(da http://www.filmtv.it/film/7415/uccellacci-e-uccellini/).

 S u s a n n a   C a m u s s o (dimentica dell’obsolescenza del potere politico della triplice sindacale e invadendo l’ambito del dibattito e della polemica politici ): “Renzi rischia di confondere un'azione di riavvicinamento della politica al Paese con il culto della personalità”; ciò a proposito della canzoncina dei piccoli alunni  della scuola elementare Raiti di Siracusa con cui è stata accolta la visita di Renzi   alla loro scuola il   5 marzo 2014 (“Siamo felici/E ti gridiamo...Da oggi in poi, dovunque vai, tu non scordarti di noi, dei nostri sogni/delle speranze che ti affidiamo con fiducia oggi a ritmo di blues. Le ragazze/ i ragazzi tutti insieme alle tue idee e al tuo lavoro affidiamo il futuro").

 

R e n z i intervistato da Fabio Fazio a Che tempo che fa l’8 marzo 2014:” Susanna Camusso ha parlato del culto della personalità nei miei confronti? Non credo che l’abbia detto, comunque sarebbe la cosa più carina che ha detto su di me negli ultimi anni” e ancora: “Ascoltiamo i sindacati, ascoltiamo tutti, ma cosa dobbiamo fare lo sappiamo: lo faremo non pensando alle associazioni di categoria ma alle famiglie e alle imprese. E se avremo i sindacati contro, allora ce ne faremo una ragione. I sindacati devono iniziare a mettere on line tutte le spese che hanno, come gli altri”. Camusso e il suo mondo sono sistemati.

 Quello della Camusso, a proposito di culto della personalità è un lapsus freudiano, oltre che un sintomo di quello che Renzi definisce lo  spread cittadini-politici. La Camusso, come i molti di una certa  area politica per così dire nicodemista, sono legati ad un  passato prossimo che non passa mai.  Fu Nikita Krusciov al XX congresso del PCUS (1956)  a denunciare i guasti del “culto della personalità”, condannando i metodi dispotici e terroristici di Stalin.

Di che si trattava? Interessante la vicenda che traggo da  www.ilgiornale.it/cultura:

Stalin sorridente che tiene in braccio una bambina vestita alla marinara è un’icona che dal 1936 inondò l’intera Unione Sovietica ed il mondo comunista attraverso giornali, cartoline, manifesti, sculture, manuali e persino caramelle. La «fortunata» era Gelja Markizova, figlia di Ardan Angadykovitch Markizov, commissario del popolo all’Agricoltura della Repubblica socialista sovietica autonoma Mongolo-Buriata che nella fotografia pubblicata sulla Pravda il  30 gennaio 1936 appare felice insieme a loro. L’immagine era stata realizzata dal fotografo ufficiale del Cremlino, Michail Kalashnikov, pochi giorni prima, il 26 gennaio, quando Stalin aveva ricevuto i delegati mongolo-buriati e la piccola Gelja aveva consegnato al dittatore comunista un mazzo di fiori appena dopo che il padre era stato decorato con la medaglia dell’Ordine del Lavoro “Bandiera Rossa”. Stalin, raccontarono le cronache, aveva regalato in quell’occasione a Gelja un giradischi e un orologio d’oro. Ma la fotografia ripubblicata pochi mesi dopo, il primo maggio, sulla Izvestija in occasione della ricorrenza della Festa dei lavoratori celebrata appunto nel segno del «piccolo padre» risulta «ritoccata»: Stalin e la bambina sono soli ed anche nei successivi sfruttamenti propagandistici il volto del padre si è trasformato in un’ombra scura. Perché? In effetti egli era scomparso e la piccola Gelja che aveva sei anni nel frattempo era diventata un’orfana: il padre era stato fucilato come «nemico del popolo» e la madre, deportata in un gulag del Turkestan, risultava suicida per avvelenamento.”

Dunque la Camusso con la sua voce dal sen fuggita, confonde spericolatamente il Palazzo Chigi dell’oggi  col famigerato Cremlino dello ieri. A me, che appartengo elettoralmente alla stessa area politica della Camusso, area peraltro oggi molto ampliata e variegata,  l’episodio di Siracusa ha fatto venire in mente tutt’altro  che  il   “culto della personalità”  di staliniana memoria, il quale con la forte leadership di Renzi non ha niente a che fare,  e cioè – si parva licet componere magnis -  la vicenda della nascita della canzone napoletana Torna a Surriento (delle differenze tra la vicenda della celeberrima  canzone napoletana e la canzoncina dei bambini di Siracusa la più notevole è costituita  dal ben diverso valore estetico). Ecco come quella vicenda storica di oltre un secolo fa viene  raccontata da  www.scudit.net :

“Nel 1902 l'onorevole Giuseppe Zanardelli (all’epoca presidente del Consiglio dei ministri ndr)  è ospite al Grand Hotel di Sorrento. Guglielmo Tramontano, il proprietario dell'albergo, spera di convincerlo a fare aprire in paese un ufficio postale. Per essere ancora più convincente (e per fare in modo che Zanardelli non si dimentichi delle promesse come sono soliti fare i politici), Tramontano chiede ai fratelli Gian Battista ed Ernesto De Curtis di scrivere velocemente una canzone per l'illustre ospite. E così il giorno dopo, al momento della sua partenza da Sorrento, Zanardelli si sente dedicare un'improvvisata "Torna a Surriento".

 I nicodemisti del Pd e dintorni, se vogliono garantirsi una dignitosa sopravvivenza politica, cessino di essere tali e di farsi azzannare da Renzi, adattandosi democraticamente  a dare un sincero contributo critico costruttivo alla “svolta buona” di quel leader di razza che si sono dati con delle trionfali primarie. Perchè i vari Fassina, Cuperlo, Civati possono definirsi nicodemisti? Essi dissimulano la fede in un partito ideologico oltrepassato fondato sulla coazione a ripetere "cose di sinistra", simulando la fede in un partio radicalmente rinnovato da Renzi e fondato sulle "cose concrete" che stanno a cuore ai cittadini.