Serenissimo - composta nell'agosto 2005
Tu serenissima Venezia
città d’umanità colta e gentile,
dove le voci sento, sento i passi,
degli Apostoli Santi le campane
e l’orologio, che a me il tempo dona
elargito dall’alto campanile,
coi suoi rintocchi armonici e vibranti.
Calli e canali, campi e fondamenta,
ovunque tu m’accogli e rassereni.
Per molti mari andasti e molte terre.
Da molti mari e terre a te si viene.
Uomini a me lontani accanto sento,
noi che t’amiamo stringi in un abbraccio,
rapiti dal tuo fascino felino.
Fascino aristocratico e felino
di quell’alato leone tuo alter ego,
nella gloria sommerso della Storia,
che in lagunare pace ora riposa.
Molti gatti domestici tu accogli.
Quel tuo leone nel gatto reincarnato!
Un felino cadetto il gatto altero!
Molti ingenui non riescono a capirlo:
si finge il gatto d’essere domestico.
Altrettanto sei tu la mia superba!
Bonarietà sorniona veneziana!
Non addomesticabile Venezia
Quanti t’amano tu tieni a distanza.
Ti concedi regale ma distante,
dobbiamo amarti senza possederti,
con te dolce stil novo regna ancora.
Sogno ed imperscrutabile miraggio.
Scaturigine d’acque non da sabbie.
Ineffabile storica passione
sugli infiniti pali ancora fitta.
Il leone addormentato non svegliate!
La massa infastidisce il suo ronfare
e si meriterebbe un bel ruggito!
Mattina uggiosa a Nove Fondamenta,
quand’ecco un funerale in motoscafo…
Tempestata di fiori, va la bara…
e giace il cimitero sul silenzio.
M’affascina di farvi ultimo approdo…
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