BABBO

BABBO

Oggi  3  novembre  2015   L'Unione Sarda   dedica  il  suo

supplemento   su  La  Grande  Guerra  ai  ragazzi del '99.

Colgo l'occasione per  ripubblicare il mio componimento

            "BABBO - (uno dei 'Ragazzi del '99')"

 

     Alla cara memoria di mio padre Salvatore

(Atzara 1° novembre 1899- Cagliari 8 marzo 1982)

           

           BABBO

(uno dei "Ragazzi del ’99")

A veder la parata militare

mi portavi con te nella via Roma.

Marciavano i soldati con mitezza,

dondolando gli elmetti dolcemente,

mormorava la banda come il Piave…

quasi a rassicurarli li cullava….

e chiudevano i Vigili del fuoco,

tutti per loro applausi appassionati:

li ringraziava Cagliari ferita

e le ferite ancora erano aperte.

Anche tu, babbo, avevi la ferita

inferta da pallottola austro-ungarica;

la seconda tua pace ti godevi,

a cinquant’anni di tua vita, babbo,

ripudiata la guerra dall’Italia,

nella Costituzione appena nata.

Tu, Cavaliere di Vittorio Veneto,

accogliesti in silenzio la medaglia

(ricco eri solo d’un silenzio d’oro).

Fu quella una medaglia fatta in serie,

della Vittoria nel cinquantenario,

replica fu  del  “Todos caballeros!”.

Sopravvissuto milite ignorato,

uno dei tanti, “carne da cannone”,

dal centro di Sardegna tu strappato,

spensierato a cavallo,  dalle tanche

nei salti  ‘e S’art’e susu in quel di Atzara,

a diciott’anni ancora non compiuti,

nel millenovecentodiciassette.

Fosti un “ ragazzo del Novantanove”,

per riscattare, al fronte, Caporetto.

Foste i “ ragazzi del  Novantanove”

dal Maresciallo Diaz tutti encomiati.

Ti scivolò l’encomio sopra in fretta,

ma l’invalidità ti restò addosso.

 

 Nel centenario della Prima Guerra Mondiale, ho sentito il bisogno di dedicare questo componimento  a mio padre, il quale, uno dei mitici "ragazzi del '99", vi combattè e fu ferito. Come usa in Sardegna lo chiamavo "babbo" e così lo evoco poeticamente. Dai combattenti sardi fu chiamato "Babbu Mannu" il conterraneo generale Carlo Sanna, comandante della 33. ma Divisione di cui faceva parte la Brigata Sassari. Emilio Lussu, capitano ma soprattutto scrittore e politico, e Giuseppe Musinu, generale, furono tra gli storici protagonisti delle tragiche ed epiche vicende di quella guerra, sardi entrambi e nelle fila della Brigata Sassari. A differenza di Lussu e Musinu, entrambi moralmente e culturalmente avversi alla violenza bellicista e non compromessi col fascismo (anzi, Lussu punta di diamante dell'antifascismo), Sanna fu deputato nel 1924 (eletto con la famigerata legge Acerbo) e, nel 1926, primo presidente del Tribunale Speciale, che nel 1928, presidente un altro generale, Alessandro Saporiti, condannò Antonio Gramsci a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione. Al generale Carlo Sanna, scomparso nel luglio 1928, a distanza di oltre un mese dalla condanna di Gramsci, fu dedicata, durante il ventennio,  una piazza centrale di Cagliari, a cui nel secondo dopoguerra fu cambiato nome e da allora si chiama piazza Antonio Gramsci.

Luglio 2014                                                        pms

 

 

Gabriele D'Annunzio dedicò un'ode ai

  "Ragazzi del '99" (lunghissima)

( ne trascrivo di seguito le prime due strofe)

 

 COMPAGNIE dell’ultimo bando,

ultimogeniti della Madre sanguinosa, per

voi oggi nel solco della battaglia

è risorto l’alloro.


     Una musa armata lo tronca, lo piega

e lo lega. Non di quercia o d’eschio ma

di lauro è la vostra corona vallare.E, se

il poeta vero è colui che non cammina se

non nel suo proprio sangue, io qui senza

ritegno vi parlo il mio linguaggio di

poeta , per liberare il canto che è in voi

chiuso e il coraggio che in voi anela.


Nota - Babbo non mi parlò mai di quest'ode

e sicuramente  non  la  conobbe, come non la 

conobbe la stragrande maggioranza dei circa

300 mila coscritti di quella leva.

Si conosce, invece,  e si canta ancora il seguente

canto popolare che, tra i tanti, si diffuse nelle trincee:

 " Novantanove, m'han chiamato.

m'han chiamato m'han chiamato a militar e sul fronte m'han mandato, m'han mandato,  m'han mandato a sparar.

Combattendo tra le bombe ad un tratto ad un tratto mi fermò una palla luccicante, nel mio petto nel mio petto penetrò.

Quattro amici lì vicino mi portaron mi portaron all'ospedal ed il medico mi disse non c'è nulla non c'è nulla da sperar.

Croce Rossa Croce Rossa per favore, per piacer, per carità,  date un bacio alla mia mamma e alla bandiera, alla bandiera

tricolor date un bacio alla mia mamma e la bandiera tricolor trionferà, trionferà."

 

 

 

 

 

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